Le locuste devastano l’Africa occidentale

Non c’era stata un’invasione simile negli ultimi 70 anni in Kenia, stiamo assistendo alla peggiore crisi umanitaria nell’Africa Orientale.

L’aggravante è che nelle aree colpite sono già in corso conflitti e tensioni interne, oltre alla carenza di cibo che, dopo l’attacco delle locuste a greggi e colture, è peggiorata ancora di più.

La situazione, secondo gli esperti potrebbe moltiplicarsi di 500 volte fino a giugno, quando poi la stagione più secca potrebbe contenerne la diffusione.

Responsabile principale della piaga, secondo il giornale scientifico National Geographic, sarebbe il surriscaldamento globale che insieme all’aumentare delle temperature e alle piogge cicloniche, avrebbe “svegliato” le locuste che solitamente riposavano sotto le dune di sabbia del deserto arabico.

L’acqua in eccesso avrebbe permesso alle cavallette di riprodursi senza controllo, aumentando la presenza di 8000 volte rispetto alla normalità e con insetti molto più grandi del solito.

La “piaga” iniziata nell’estate del 2019 ha sorvolato il mar Rosso, per arrivare in Etiopia e Somalia, a dicembre gli insetti sono giunti in Kenia e attualmente stanno devastando Uganda e Tanzania.

E mentre l’Africa si prepara ad affrontare il periodo peggiore, quello delle piogge previsto per marzo/aprile, la FAO invita la comunità mondiale a stanziare 76 milioni di dollari per le attività di disinfestazione.

Arrivano i primi aiuti, le nazioni rispondono ognuna a modo suo. Mentre la Cina manda un esercito di 100.000 anatre per catturare le cavallette senza pesticidi, in Uganda si potenzia la cucina a base di cavallette lesse o fritte.

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